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Esistenzialismo

Definizione

Corrente filosofica sviluppatasi in Europa soprattutto tra le due guerre mondiali ma che già trova le proprie radici nel pensiero di Søren Kierkegaard (1813-1855), mettendo a fuoco la condizione umana e il significato dell’esistenza dell’uomo di fronte alla realtà contemporanea, alla solitudine, all’apparente assurdità ed assenza di senso del mondo.

L’esistenzialismo, che riunisce posizioni e spunti filosofici anche molto variegati tra loro, è solitamente diviso in due grandi correnti: quella più apertamente vicina alla riflessione religioso-teologica e quella aperta alle suggestioni e agli spunti fenomenologici.

Spiegazione

L’esistenzialismo, sin dalle riflessioni di Kierkegaard in Aut-Aut o Timore e tremore (entrambi del 1843), si schiera contro i modelli filosofici sistematici (nella fattispecie, quello di G. W. F. Hegel), che mirano a descrivere razionalmente il mondo, fornendone una spiegazione complessiva e universalmente valida. Le tematiche principali della corrente possono quindi essere riassunte nei seguenti capisaldi:

1) La riflessione sull’esistenza, che per gli esistenzialisti ha priorità rispetto all’essenza e che è vincolata fondamentalmente alla percezione umana della finitudine e del limite;

2) La concezione dell’esistenza come modo d’essere proprio dell’uomo e diverso da tutti gli altri enti, cui spesso si collegano sentimenti e reazioni di tormento, inquietudine, angoscia;

3) La concezione dell’esistenza come rapporto con l’essere che richiede dall’individuo una scelta e un rischio (si pensi qui ai tre “stadi della vita” individuati da Kierkegaard), dato che l’esistenza stessa si configura come possibilità;

4) L’uomo come ente che, trovandosi dinnanzi a tali diverse possibilità di scelta e di “esistenza”, conseguentemente si trova a essere un ente singolo e irripetibile, ma sempre in relazione con il contingente e in tensione verso il trascendente.

Nel variegato panorama dell’esistenzialismo, possiamo riconoscere da un lato autori più sensibili alle implicazioni ontologiche ed umanistiche della loro ricerca, come Martin Heidegger (1889-1977), che è unanimamente considerato il punto di riferimento dell’esistenzialismo novecentesco, Karl Jaspers (1883-1969) e Jean-Paul Sartre (1905-1980). L’altro versante è quello più strettamente orientato in senso religioso, dove emergono le figure di Gabriel Marcel (1889-1973) e Karl Barth (1886-1968).

Sin dall’Ottocento e per tutto il corso del Novecento l’esistenzialismo influenza autori e correnti letterarie, cui apporta la problematicità e la complessità della vita umana, la percezione e l’angoscia del nulla  esistenziale. Autori spesso accostati all’esistenzialismo sono Fëdor Dostoevskij (1821-1880; si pensi a Delitto e castigo oppure a I fratelli Karamazov), Franz Kafka (1883-1924), Simone de Beauvoir (1908-1986) e Albert Camus (1913-1960). E se per certi aspetti Ungaretti e Montale si avvicinano a problematiche di questo tipo, un altro autore esistenzialista è senza dubbio Alberto Moravia (1907-1990).

Glossario

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