Positivismo

Definizione

Movimento filosofico nato in Francia all’inizio del 1800 (il termine compare per la prima volta nel Catechismo degli industriali di Henri de Saint-Simon) che si estende in Europa e, in generale, in tutto l’Occidente. Il positivismo si sviluppa nel clima di esaltazione della scienza e del progresso tipico della Rivoluzione industriale, maturando una netta opposizione al pensiero metafisico e sostenendo che la filosofia dovesse occuparsi esclusivamente di ciò che è reale, cioè scientificamente comprovabile ed estraneo a preoccupazioni non pragmatiche.

All’interno di tale corrente, si può individuare un filone sociale (o comtiano), un indirizzo empirista e uno evoluzionistico.

Spiegazione

Il positivismo sociale viene fondato in Francia da Auguste Comte (1798-1857) nel suo Corso di filosofia positiva (1830-1842) e nel Discorso sullo spirito positivo (1844), definendone l’impostazione anti-metafisica, il perseguimento dell’utile e dei risultati scientificamente certi, l’importanza dell’organizzazione gerarchica del sapere. Secondo i positivisti il metodo della scienza è nella storia dell’umanità lo stadio successivo rispetto al’età teologica e all’età metafisica, e va esteso a tutti gli altri campi di pensiero.

In ambito inglese, è John Stuart Mill (1806-1873) a sviluppare il Positivismo in direzione dello sperimentalismo in campo filosofico-scientifico e del liberalismo sul piano politico. Il positivismo evoluzionistico invece ha la sua massima espressione con Herbert Spencer (1820-1903) e Charles Darwin (1809-1882), autore del celebre L’origine delle specie (1859).