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Strofa

Definizione

La strofa o strofe (dal greco
strofé, “giro, voltata del coro”) indica un insieme di versi individuati da una struttura fissa, caratterizzata dalla natura ritmica o per la presenza di uno schema ricorrente di rime.


Spiegazione ed esempi

Nella
metrica classica, le stofe sono identificate principalmente in relazione alla quantità delle sillabe e al numero di versi, così che parliamo di strofe, antistrofe ed epòdo nell’ode pindarica, di strofe asclepiadea, oppure di strofe alcaica e di strofe saffica (a loro volta riprodotte nella versificazione in volgare).

Nella metrica moderna, oltre al
tipo di versi impiegati, concorre a definire l’identità di una strofe anche la rima; in tal senso la strofe (per essere definita come tale) deve presentare lo stesso schema fisso di versi in una struttura fissa di rime.

Tra i tipi di strofe, possiamo indicare:

  • il distico, ovvero una strofe composta di due versi, tendenzialmente della stessa misura e uniti da una rima baciata. È tipico della tradizione lirica.
  • la terzina, ovvero una strofe composte di tre versi, quasi sempre endecasillabi (); le strofe sono collegate tra loro da rima incatenata. È la strofe della Commedia di Dante, e della poesia didascalica in volgare. Viene recuperata in particolar modo da Pascoli a fine Ottocento nelle sue Myricae.
  • la quartina, strofe di quattro versi a rima alternata (ABAB) o incrociata (ABBA); fanno parte della quartina anche la strofe alcaica (riprodotta nella metrica italiana con due quinari doppi, un novenario e un decasillabo) e la strofe saffica (che la tradizione attribuisce alla poetessa greca Saffo), composta da tre endecasillabi e un quinario.
  • la sestina, composta dai primi quattro versi a rima alternata e un distico finale baciato; è una strofe narrativa, che ritroviamo ad esempio utilizzata, in senso espressionistico, nelle “rime petrose” di Dante.
  • l’ottava, otto versi a rima alternata e un distico finale baciato, di uso narrativo e tipica della tradizione cavalleresca di Boiardo, Ariosto e Tasso.

Tra le forme non regolari, caratteristiche della poesia otto-novecentesca, possiamo citare la strofa libera, ovvero una strofe senza schema determinato, composta soprattutto di endecasillabi e settenari e senza rime fisse, e la strofe lunga, caratteristica invenzione di Gabriele D’Annunzio, composta di ventun versi in cui s’alternano quinari, settenari, ottonari, novenari, decasillabi in un tentativo di imitazione della versificazione greca.

Glossario

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