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Che vuol dire che il narratore è inattendibile? Come il patto narrativo, quindi il rapporto con il lettore cambia nell'ultimo capitolo, rispetto ai restanti capitoli?


il 24 Giugno 2015, da Gabriella Chiaramonte

luca ghirimoldi il 29 Giugno 2015 ha risposto:

Ciao Gabriella, con l’espressione “narratore inattendibile” si intende un narratore che non si comporta neutralmente nel riportare i fatti di cui è protagonista (o di cui sono protagonisti altri personaggi), omettendo determinati eventi o nessi causali, oppure alterando arbitrariamente il modo in cui sono andate le cose oppure ancora distorcendo il giudizio su se stesso e gli altri personaggi. In questo testo ( https://library.weschool.com/lezione/mattia-pascal-luigi-pirandello-narratore-focalizzazione-interna-narratologia-8353.html) si approfondisce il ruolo del narratore inattendibile in Pirandello, e buona parte delle osservazioni che si trovano lì possono essere riutilizzate anche nel caso di Svevo. Se già dall’inizio della narrazione Zeno dimostra, tradendosi da solo (come nel capitolo sulla morte del padre: https://library.weschool.com/lezione/svevo-coscienza-di-zeno-morte-capitolo-4-5564.html o in quello sul corteggiamento di Ada: https://library.weschool.com/lezione/sintesi-coscienza-di-zeno-capitolo-5-storia-del-mio-matrimonio-5671.html ), di non essere affatto un narratore imparziale, la situazione non cambia nell’ultimo capitolo, “Psico-analisi” (qui la nostra videolezione: https://library.weschool.com/lezione/svevo-coscienza-di-zeno-psicoanalisi-5628.html), ma semmai sale di tono. Qui dalla forma del racconto memoriale si passa alle pagine di diario di Zeno, che coprono il periodo dal maggio 1915 al marzo 1916. Zeno, attaccando esplicitamente il dottor S., dichiara fallito il tentativo di cura, perché la ricostruzione del suo passato non gli ha portato la salute, che gli è stata invece assicurata dal suo successo come speculatore durante la guerra. Da questo nuovo punto di vista Zeno può giudicare la vita nella sua interezza come “inquinata alle radici” e identificare anzi nella malattia - con un netto ribaltamento di prospettiva - la condizione normale in cui vive non solo lui, ma l’intera umanità. Il rifiuto frontale della cura psicoanalitica (che in Zeno ha sempre un doppio volto ironico) e le sue affermazioni di essere “guarito” sono, anche in questo capitolo, degli indizi al lettore sulla scarsa attendibilità di Zeno come narratore (come già ci aveva detto il dottor S. nella Prefazione: https://library.weschool.com/lezione/italo-svevo-ettore-schmitz-trieste-5629.html). Ovviamente questa è solo una sintesi rapida, fammi sapere se è tutto chiaro! Un saluto e buona giornata :)


Grazie Luca, mi hai schiarita le idee!:) - Gabriella Chiaramonte 01 Luglio 2015