Analisi

Ho dei dubbi sull'analisi narratologica e simbologica riguardante il racconto "Ultimo viene il corvo". Per quanto riguarda narratologia dovrei approfondire lo spazio, come viene trattato lo spazio in relazione ai punti di vista. Per quanto riguarda i simboli, vorrei sapere cosa simboleggia la pistola (ho letto analisi diverse che in merito dicevano cose diverse e vorrei avere qualche conferma).


il 03 Luglio 2015, da Martina Ciaramidaro

luca ghirimoldi il 06 Luglio 2015 ha risposto:

Ciao Martina, per quanto riguarda gli spazi e il punto di vista (e la focalizzazione) in questo racconto possiamo dire che lo spazio è essenzialmente descritto in funzione degli spostamenti del ragazzo e della successiva caccia al soldato. Nella prima parte del testo (prima dello scontro con la pattuglia nemica) lo spazio naturale attorno al paese è funzionale alla dimostrazione dell’abilità del ragazzo col fucile. Mentre per i partigiani questo spazio è un mondo reale (in cui ad esempio non fare troppo rumore per non allertare i nemici) per il ragazzino questo è uno spazio di avventura: la sua perizia nel colpire qualsiasi cosa voglia fa sì che prendere la mira e sparare diventi una specie di gioco infantile di scoperta del mondo. L’effetto di focalizzazione ristretta sul ragazzo mette in luce proprio il modo in cui per lui “puntare il fucile” divenga un modo per superare la “distanza vuota” tra lui e le cose. Ad esempio: “Era strano, a pensarci, essere circondati così d’aria, separati da metri d’aria dalle altre cose. Se puntava il fucile invece, l’aria era una linea diritta ed invisibile, tesa dalla bocca del fucile alla cosa, al falchetto che si muoveva nel cielo con le ali che sembravano ferme. A schiacciare il grilletto l’aria restava come prima trasparente e vuota, ma lassù all’altro capo della linea il falchetto chiudeva le ali e cadeva come una pietra. Dall’otturatore aperto usciva un buon odore di polvere. Si fece dare altre cartucce. Erano in tanti ormai a guardarlo, dietro di lui in riva al fiumicello. Le pigne in cima agli alberi dell’altra riva perché si vedevano e non si potevano toccare? Perché quella distanza vuota tra lui e le cose? Perché le pigne che erano una cosa con lui, nei suoi occhi, erano invece là, distanti? Però se puntava il fucile la distanza vuota si capiva che era un trucco; lui toccava il grilletto e nello stesso momento la pigna cascava, troncata al picciolo. Era un senso di vuoto come una carezza: quel vuoto della canna del fucile che continuava attraverso l’aria e si riempiva con lo sparo, fin laggiù alla pigna, allo scoiattolo, alla pietra bianca al fiore di papavero”. Nella seconda parte del racconto, lo spazio invece è visto secondo il punto di vista del soldato braccato e si carica quindi di angoscia; sintomatico che quasi tutta la scena dietro la pietra al centro della radura, dove il giovane ha assediato la sua vittima. La sensazione di angoscia e claustrofobia è rafforzata anche dai moduli iterativi (le uccisioni degli animali, le ipotesi di fuga del soldato) che portano allo scioglimento della vicenda. Per quanto riguarda il ruolo simbolico della pistola, intendi il fucile, giusto? Che analisi hai trovato in merito? Un saluto! :)

Martina Ciaramidaro il 07 Luglio 2015 ha risposto:

Grazie mille :) Per il fucile (sì scusa avevo confuso) ho trovato analisi che dicevano che è un mezzo attraverso cui conoscere gli oggetti che circondano il ragazzo, altre che dicevano fosse quasi un giocattolo in mano al ragazzo che essenzialmente spara per gioco, altre che dicevano fosse lo strumento del ragazzo per annullare le distanze, e altro che non ricordo.


Ciao Martina, mi sembra che le diverse interpretazioni che hai trovato vadano bene e siano coerenti tra loro: il fucile del ragazzo è sia uno strumento per conoscere il mondo e se stesso che un “giocattolo” di cui non si comprendono tutte le implicazioni (tra cui, la principale è sicuramente quella di essere strumento di morte). In questo senso nel racconto “Ultimo viene il corvo” la componente avventurosa, che contribuisce alla la suspense della narrazione, si mescola con la riflessione “morale” sulla natura del bene e del male e sulla capacità di discernere tra i due. Il ragazzo “annulla” sì le distanze (ovvero, conosce il mondo e la realtà tramite il fucile), ma sembra del tutto inconsapevole delle conseguenze del suo gesto (l’effetto qui è reso con il ritmo rapido e didascalico con cui il narratore annota le stragi compiute col fucile). Questa tematica, connessa anche alla maturazione e alla formazione di un protagonista giovane, si ritrova anche nel “Sentiero dei nidi di ragno” (qui trovi un riassunto dettagliato: https://library.weschool.com/lezione/calvino-sentiero-nidi-ragno-trama-riassunto-personaggi-pin-lupo-rosso-kim-neorealismo-9356.html e qui un commento di Marco Belpoliti: https://library.weschool.com/lezione/il-sentiero-dei-nidi-di-ragno-di-italo-calvino-riassunto-e-analisi-del-testo-1294.html. Qui invece un approfondimento su Calvino e il Neorealismo: https://library.weschool.com/lezione/calvino-sentiero-nidi-di-ragno-ultimo-viene-il-corvo-neorealismo-poetica-8333.html), dove anzi è molto più sviluppata e articolata. Un saluto, buona giornata! :) - luca ghirimoldi 07 Luglio 2015