etica

Ciao Jacopo, allora quale sarebbe questa virtù in un comportamento pratico?


il 28 Maggio 2015, da Alessandro Marocchi

Jacopo Nacci il 29 Maggio 2015 ha risposto:

Ciao Alessandro, fermo restando che per gli stoici si tratta di essere liberi da qualsiasi forma di miopia e di dipendenza psicologica sradicando la patologia delle passioni, è certamente difficile capire cosa significhi, nel quotidiano, uniformarsi attivamente all’ordine universale, insomma capire qual è la configurazione di questo ordine di volta in volta, in che direzione sta andando e qual è l’azione da compiere. Qui, ovviamente, non ci sono norme ma solo applicazioni particolari. Non è un caso che ci si sia riferiti alla figura del saggio, una persona da indicare come modello di comportamento virtuoso, quindi la bontà dell’azione si identifica di fatto con la bontà dell’agente (con la sua consapevolezza e le sue intenzioni). La questione è complessa, anche perché parliamo di una scuola e non di un singolo pensatore, e coinvolge diversi aspetti dell’etica stoica. Per un approfondimento, ti rimando agli ultimi tre capitoli de “L’etica degli antichi” di Mario Vegetti.


Era ciò che pensavo, grazie. Darò un'occhiata al libro. Mi sembra che l'hai interpretata come una forma di moderno cognitivismo estremo o sbaglio? - Alessandro Marocchi 29 Maggio 2015