infinito, Leopardi

Salve, come posso argomentare questo testo dal punto di vista del 'muro' e il suo superamento tramite l'immaginazione? mi servirebbe per la tesina di maturità che ha come argomento 'il muro'.


il 26 Maggio 2017, da Virginia Galliani

Apollonio Rodio il 26 Maggio 2017 ha risposto:

Provo a darti alcuni spunti che potrebbero venirti in aiuto. "Il muro", se di questo vogliamo parlare, nella poesia del Leopardi, è incarnato da "questa siepe", che esclude lo sguardo dal lontano orizzonte e, quindi, dall'infinito ( lambito, dal poeta, solo nel pensiero ). La siepe è, qui, oggettivazione della costrizione rappresentata da Recanati, ambiente troppo chiuso e ristretto, da cui il poeta non può allontanarsi fisicamente. La contrapposizione tra vicino e presente ( hic et nunc ) e distante / oltre ( trans, ossia al di là ) è costruita, dal Leopardi, mediante l'uso sapiente dei deittici: questo ( vicino ) e quello ( lontano ). Mi spiego con un esempio: "quest'ermo colle" si pone al di qua della siepe / muro, mentre "quello infinito" al di là. Per superare l'ostacolo fisico ed oggettivo, il poeta, sedendosi e mirando lontano ( immerso nella tranquillità "eremitica" di un luogo solitario e sopraelevato ), si abbandona al pensiero ( l'immaginazione, che tu vai indagando ). Naufragando letteralmente nel flusso dell'immaginazione ( "s'annega il pensier mio" ), l'autore travalica i confini fisici, sconfinando e disorientandosi nel ventre di un mare dai "sovraumani // silenzi" e dagli "interminati // spazi": efficace il ricorso, in entrambi gli espunti, all'inarcamento, espediente formale che acuisce la distanza e il senso di indefinita vastità. In questa dimensione iperdilatata ( tipica dell'immaginazione ), passato e presente si confondono, agli occhi del poeta, nel tutt'uno che è l'eterno ( da intendersi nel significato corretto di “eterno attuale” ): “mi sovvien l'eterno, // e le morte stagioni e la presente”. Tuttavia, mantiene Leopardi, ancora, ancorato alle cose vicine una certa radice di finitezza ( comune a ciascun uomo ), che porta al confronto con ciò che si fa attorno: il vento “tra queste piante.” - La mia considerazione è di certo breve e limitata: non intende, infatti, esaurire il contenuto di questo componimento. Ugualmente, credo di aver tratteggiato gli elementi della tua ricerca nelle parole del poeta recanatese, per cui prendi il mio sforzo interpretativo come un punto di partenza, mi auguro utile. Saluti, Apollonio Rodio.


P.S. Per ulteriori approfondimenti, non esitare a chiedere. Buona serata. - Apollonio Rodio 26 Maggio 2017

Apollonio Rodio il 27 Maggio 2017 ha risposto:

Mi sopraggiungono alla mente altre indicazioni, che ora vado esponendoti. Sul piano formale della poesia, consiglio di focalizzare l'attenzione su: deittici, enjambement ( come già ti dicevo ) e lessico. Quanto a lessico, guardiamo i vocaboli di maggiore interesse: "estremo orizzonte", l'aggettivo va, qui, assunto nel significato etimologico latino --> "che è il più lontano; che sta il più lontano; estremo" ;; "interminati spazi", l'aggettivo si compone di "in" ( "non" ) + "terminati" ( “termine” nel significato latino di “confine”, anche come misura e limite di un appezzamento di terra ), quindi --> "spazi senza delimitazioni, di sconfinata estensione" ;; "sovraumani silenzi", ossia sopra ed anche oltre l'umano ( e le sue limitazioni ) ;; "profondissima quiete", uso del superlativo a dare - scusa il gioco di parole - profondità alla profondità ;; "infinito silenzio", l'aggettivo si compone di "in" + "finitus" da "finis" ( "confine", come anche lo è "termine" ), quindi --> silenzio senza fine e pure senza inizio ;; "questa immensità", "immenso", nella sua etimologia, indica ciò che non è stato misurato e che non può essere misurato. ---- Ho evidenziato le suddette parole, nodi cruciali nella lirica, perché è l'immaginazione / pensiero a permettere l'immersione nell'incommensurabile dimensione dell'infinito e dell'eterno ( che questi vocaboli sottendono ), transitando oltre la chiusura di Recanati e della siepe ( che Recanati, tutta, incarna ..... indice, questo, di quanto stretto dovesse apparire il "paesino" a Leopardi ). Con ciò, spero di aver fornito una panoramica sufficientemente ampia: sono, però, aperto a tutti gli stimoli e le suggestioni costruttivi; dunque, in caso di aggiornamenti, ti faccio sapere. Saluti.