La virtù

Il Simposio si conclude con l'affermazione di Socrate circa il fatto che "non esiste male per l'uomo moralmente retto, né nell'esistenza, né oltre la morte". Il fatto che il filosofo tenga a distinguere tra la condizione presente, in vita, e quella futura, in morte, mi fa supporre che ciò che permette di giungere alla convinzione che nulla di male possa capitare all'uomo virtuoso possa stare tanto su un piano logico/razionale (in vita) tanto su un piano di fede (in morte, nella giustizia della divinità). Vorrei, pertanto, sapere se tra i dialoghi platonici ve ne sia uno in cui Socrate muove sul piano logico/razionale nel tentativo di chiarificare circa la possibilità, e il perché, l'uomo retto non debba temere alcun male durante la propria esistenza. Grazie


il 05 Maggio 2017, da Matteo Rossi

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