lettura enjambement

Come si legge un enjambement? Nella lettura ad alta voce vanno rispettate le spezzature sintattiche prodotte dall'e. o la lettura deve unire i versi altrimenti "rotti". Quali delle due letture è preferibile?


il 24 Luglio 2014, da Adelchi Marranconi

luca ghirimoldi il 24 Luglio 2014 ha risposto:

Ciao Adelchi, la questione non ha una risposta definitiva; il termine nasce originariamente nella trattatistica francese del Seicento (pensa all’Art poétique di Nicolas Boileau del 1674) per condannare la pratica, tipica della poesia italiana cinque-seicentesca, di “spezzare” unità metrica ed unità sintattica del verso. La polemica però non attecchisce in Italia, dove di fatto la “spezzatura” o “inarcatura” (termini che vengono utilizzati come sinonimi di enjambement) è ben più diffusa che oltralpe, soprattutto nella poesia otto-novecentesca. Diciamo che nella scelta su come leggere un enjambement influisce la scelta di sottolineare il ritmo cadenzato dato dalla metrica regolare (per esempio, quella di un settenario o di un endecasillabo) oppure la scissione di un gruppo sintattico (soggetto-verbo, sostantivo-aggettivo, verbo-complemento oggetto e così via) del testo, mettendo cioè in rilievo il contenuto e il significato connesso che il poeta vuole comunicare. Questa seconda opzione è molto più frequente soprattutto quando l’enjambement spezza un nesso sintatticamente forte o si colloca a cavallo tra due strofe (ad esempio, tra due terzine o tra quartine e terzine di un sonetto) Se ti interessa, c’è una breve voce dedicata all’enjambement nel nostro glossario: https://library.weschool.com/definizione/enjambement.html Un saluto, e buona giornata!


Ti ringrazio della risposta - esaustiva e stimolante. Concordi comunque anche tu che ci sono poesie in cui una lettura "rispettosa" della spezzatura, renda il verso assolutamente incomprensibile? Ci sono poesie in cui una una lettura "rispettosa" della spezzatura, trasforma l'opera nella parodia di se stessa, in qualcosa di inutilmente rigido, macchinoso e astruso. - Adelchi Marranconi 24 Luglio 2014

Tu che ne pensi? A volte il rispetto dell'e. nella recitazione di una poesia serve davvero, altre assolutamente no! In altri casi, serve al contrario a conferire un nuovo ritmo all'opera, a velocizzare e intensificare la prosodia. - Adelchi Marranconi 24 Luglio 2014

Un'ultima nota: la massima di B. Franklin che citi non è di B. F. è di Confucio ;-) - Adelchi Marranconi 24 Luglio 2014

Ciao Adelchi, grazie a te! Concordo assolutamente: distinguere caso per caso (e poesia per poesia) e privilegiare sempre la comprensibilità del testo da parte di chi si ha di fronte, soprattutto se studenti, anche e prima della parafrasi del testo o della sua contestualizzazione storico-letteraria. Poi, semmai, far notare la differenza tra una "versione" e l'altra. Un saluto, buona serata! PS: sulla citazione... grazie, non si finisce mai di scoprire quanto si è ignoranti! :D - luca ghirimoldi 24 Luglio 2014