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"Il gelsomino notturno" di Pascoli: parafrasi del testo

Parafrasi Analisi Commento

Il gelsomino notturno fu composto in occasione del matrimonio dell’amico di Pascoli Gabriele Briganti, un bibliotecario lucchese. La poesia fu poi ripubblicata nella raccolta dei Canti di Castelvecchio sin dalla prima edizione (1903).

Metro: sei quartine di novenari, a rima alterna.

  1. E s'aprono i fiori notturni 1
  2. nell'ora che penso a' miei cari 2.
  3.        Sono apparse in mezzo ai viburni 3
  4.        le farfalle crepuscolari.
  5. Da un pezzo si tacquero i gridi 4:
  6. là sola una casa bisbiglia 5.
  7.        Sotto l'ali dormono i nidi,
  8.        come gli occhi sotto le ciglia.
  9. Dai calici aperti si esala
  10. l'odore di fragole rosse 6.
  11.        Splende un lume là nella sala.
  12.        Nasce l'erba sopra le fosse 7.
  13. Un'ape tardiva sussurra
  14. trovando già prese le celle 8.
  15. La Chioccetta 9 per l'aia azzurra
  16. va col suo pigolio di stelle.
  17. Per tutta la notte s'esala
  18. l'odore 10 che passa col vento.
  19.        Passa il lume su per la scala;
  20.        brilla al primo piano: s'è spento 11...
  21. È l'alba: si chiudono i petali
  22. un poco gualciti 12; si cova,
  23.        dentro l'urna molle e segreta 13,
  24.        non so che felicità nuova.
  1. i gelsomini notturni aprono la loro corolla
  2. nell’ora del giorno in cui penso ai miei cari defunti.
  3.        In mezzo ai viburni sono apparse
  4.        le farfalle del crepuscolo.
  5. Già da un po’ di tempo i gridi degli uccelli sono cessati:
  6. solo là, in una casa, si sentono bisbiglii di voci umane.
  7.        Sotto ali protettrici dormoni i piccoli degli uccelli,
  8.        come gli occhi riposano sotto le ciglia.
  9. Dalla corolla aperta dei gelsomini proviene
  10. un profumo come di fragole rosse.
  11.        Nel salotto ancora si vede una luce accesa nella sala,
  12.        l’erba nasce sopra le tombe dei morti.
  13. Un’ape tornata tardi si aggira ronzando
  14. poiché tutte le cellette sono già occupate.
  15.        La costellazione delle Pleiadi s'aggira
  16.        per l’aia resa azzurra del cielo notturno, con un pigolio di stelle.
  17. Per tutta la durata della notte
  18. il profumo del gelsomino notturno riempie l’aria, portato dal vento.
  19.        La luce nella casa si sposta su per le scale,
  20.        poi passa nella camera nuziale al primo piano: infine si spegne…
  21. Arriva l’alba: i petali del fiore si chiudono
  22. un poco appassiti; ma dentro l’ovario molle e nascosto
  23.        in profondità, cresce una sensazione di felicità
  24.        mai provata in precedenza.

 

1 L'apertura del testo con la congiunzione dà l'idea di un discorso in medias res, che prosegue e sviluppa una sorta di dialogo intimo del poeta con se stesso.

2 a' miei cari: quando il sole sta tramontando e arriva la sera; questa parte della giornata induce il poeta a riflessioni e al ricordo dei suoi parenti defunti; in particolare è probabile che si tratti dei genitori di Pascoli, entrambi morti prematuramente.

3 viburni: il viburno (o più comunemente "palla di neve") è caratterizzato dall'abbondante fioritura di fiori bianchi e porfumati.

4 i gridi: nell'or del tramonto, si assiste insomma al passaggio dalla vita umana a quella animale e vegetale che, dal gelsomino notturno alle "farfalle crepuscolari", si risveglia con la discesa della notte.

5 I bisbigli provenienti dalla casa sono l’unico rumore udibile. La casa di cui si parla è presumibilmente la casa dei novelli sposi.

6 l'odore di fragole rosse: la sinestesia trasferisce la sensazione olfattiva sul colore rosso delle fragole

7 le fosse: consueta - in Pascoli - l'allusione alla morte; le "fosse" sono infatti le tombe dei "cari" del v. 2

8 L’ape che si aggira sola e desolata intorno alle cellette già occupate potrebbe essere una trasposizione del poeta stesso, che, al contrario dell’amico appena sposatosi, non ha potuto o voluto costruirsi una famiglia, accontentandosi del ruolo di spettatore.

9 La Chioccetta: è il nome che popolarmente i contadini davano alla costellazione delle Pleiadi, che in questa metafora diventa una chioccia per i propri pulcini (le "stelle" del v. 16) che pigolano per "l'aia azzurra" del cielo stellato.

10 l'odore: il termine (sottolineato dall'enjambement e dall'uso del verbo "esalare", già al v. 9) indica l'attenzione di Pascoli per la dimensione olfattiva nel Gelsomino nottrnro, e per come queste possano caricarsi di significati allusivi (anche sessuali, come si vede in questa quartina).

11 s'è spento: la luce che era inizialmente nella sala si sposta su per le scale, è visibile per breve tempo in camera da letto e poi si spegne: al buio, si consuma la prima notte di nozze, che il poeta-spettatore può solo immaginare dall'esterno.

12 un poco gualciti: è la fragilità del gelsomino notturno, che all'alba chiude i propri petali.

13 l'urna molle e segreta: dentro la parte del fiore chiamata ovario, posto all’interno della corolla chiusa e sede del polline che feconda il fiore; anche qui la descrizione della parte interna e impollinata del gelsomino vuole evocare allusivamnete la fecondazione della donna da parte dello sposo.