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Cecco Angiolieri, "S'i' fosse foco": parafrasi e commento

A partire da ciò che riportano alcuni documenti dell'epoca, certe caratteristiche della personalità di Cecco Angiolieri (1260 circa) sembrano adeguatamente coincidere con numerosi temi e contenuti del suo canzoniere: una peculiarità che tra Otto e Novecento ha avvalorato una lettura autobiografica della sua opera. Solo in epoca recente la critica ha preso le distanze da questa visione eccessivamente radicale (che farebbe del senese un “poeta maledetto” ante litteram), riconoscendo il valore strettamente letterario del suo repertorio.

 

Il canzoniere di Cecco si compone di circa un centinaio di opere, tra rime goliardiche, giocose (le rime per Becchina oppure il sonetto Sed i' avess' un sacco di fiorini), le invettive antipaterne (che i documenti identificano in un ricco banchiere senese), la corrispondenza con l'Alighieri, le rime sentenziose e proverbiali. S'i' fosse foco... fa parte della sezione del canzoniere dedicata alla taverna, al gioco, al denaro, alle aspirazioni frustrate e alla condanna della miseria e della povertà. È un'invettiva costruita su immagini iperboliche, che simula in superficie la sentenziosità di uno spirito austero e sterminatore e che soltanto nell'ultima terzina sospende il proprio tono di condanna con una divertita, quanto sorridente, constatazione della vera realtà del proprio essere. Questo contrasto è il fattore principale dell'effetto comico del componimento, che utilizza il procedimento retorico dell'adynaton (dal greco ἀδύνατον, "cosa impossibile", ovvero un elenco di affermazioni costruito per assurdo), introdotto nel testo dall'elemento anaforico presente in tutte le strofe (il ripetuto “s'i' fosse...” di inizio verso), il quale opera sia come tema musicale, sia come strumento argomentativo di tutto il sonetto: “se io fossi fuoco brucerei il mondo, se fossi vento gli darei tempesta, se fossi acqua lo sommergerei e se fossi Dio manderei tutti all'Inferno. Se fossi il papa allora sì che sarei felice, perché metterei tutti i cristiani nei guai! Se fossi imperatore, sapete che farei? A tutti taglierei la testa. Se fossi la morte andrei da mio padre e se invece fossi la vita gli starei lontano: le stesse cose la farei con mia madre. (Ma) se io fossi Cecco, cosa che in realtà sono e sempre sono stato, prenderei solo per me stesso le donne giovani e leggiadre, mentre agli altri lascerei quelle vecchie e le racchie”.