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Boccaccio, "Lisabetta da Messina": riassunto e commento della novella

Introduzione

 

Lisabetta da Messina è la quinta novella della quarta giornata del Decameron. Come in tutti i testi di questa sezione dell’opera, la trama è quella di un amore infelice, che si conclude in modo drammatico.

 

Riassunto

 

Lisabetta è una giovane ragazza messinese, orfana di padre, che vive insieme ai suoi tre fratelli, originari di San Gimignano e divenuti ricchi conducendo affari e commerci particolarmente redditizi. La giovane donna, non ancora maritata, commette lo sbaglio d’innamorarsi di Lorenzo, un modesto ragazzo di Pisa che aiuta i fratelli nel loro lavoro. Il giovane appartiene a un ceto inferiore a quello di Lisabetta e di conseguenza il loro amore assume immediatamente implicazioni sociali assai complicate per l’epoca, esemplificate dalla mentalità ristretta dei tre fratelli, rispetto alla quale invece la passione tra i due protagonisti si afferma come qualcosa di assolutamente spontaneo e naturale. Dice infatti Boccaccio:

Di che Lorenzo accortosi 1 e una volta e altra, similmente, lasciati suoi altri innamoramenti di fuori, incominciò a porre l'animo a lei; e si andò la bisogna che, piacendo l'uno all'altro igualmente, non passò gran tempo che, assicuratisi 2, fecero di quello che più disiderava ciascuno.

Se la "bisogna" (ovvero, la situazione che nasce tra i due) sembra promettere un esito felice della vicenda (come nelle novelle della quinta giornata), lo sviluppo successivo sarà tragico. I tre fratelli infatti, una volta scoperto che la sorella si reca nottetempo dal suo amante, decidono di contrastare con ogni mezzo la loro unione, che nella loro ottica affaristica (Lisabetta è ancora nubile) mette a rischio il decoro e il buon nome della famiglia. Inducono così Lorenzo a seguirli fuori città con una scusa, e una volta usciti da Messina lo assassinano e ne occultano il corpo. Tornati a casa giustificano l’assenza del loro giovane aiutante dicendo a tutti che si trova altrove per motivi di affari, e convincono di ciò anche la povera Lisabetta. Quando l’assenza di Lorenzo diventa però sospetta, protraendosi per troppo tempo, la giovane donna innamorata comincia a disperarsi.

Una notte il defunto compare ad animare i sogni di Lisabetta, rivelandole di essere stato ucciso dai fratelli, e mostrandole il luogo dove è stato sepolto da questi. La ragazza, presa da sconforto e disperazione, escogita un piano per recuperare il corpo di Lorenzo. Ottiene infatti il permesso dei fratelli di fare una gita in campagna con una fidata donna di servizio, Lisabetta si reca sul luogo indicatole in sogno dall'amato. Qui ne disseppellisce il cadavere, e, non potendogli dare più degna sepoltura, gli taglia la testa per poter conservare vicino a sé almeno un ricordo del suo innamorato. Tornata a casa, Lisabetta nasconde la testa di Lorenzo in un vaso ("un testo di bassilico", dice Boccaccio introducendoci alla narrazione) e la copre con una profumatissima pianta di basilico, che cresce in modo assai rigoglioso. Ogni giorno Lisabetta piange e si dispera sul vaso di basilico, trasferendo su questo l'amore e la passione insopprimibili per l'amato Lorenzo:

E per usanza aveva preso di sedersi sempre a questo testo vicina e quello con tutto il suo disidero vagheggiare, sì come quello che il suo Lorenzo teneva nascoso: e poi che molto vagheggiato l'avea, sopr'esso andatesene cominciava a piagnere, e per lungo spazio, tanto che tutto il basilico bagnava, piagnea.

Il comportamento di Lisabetta insospettisce i vicini, che segnalano l'anomalia ai fratelli; questi ultimi decidono quindi di requisirle la pianta e, dopo averci trovato all’interno la testa dell’amato, di far sparire il tutto. Timorosi che la vicenda e il delitto da loro compiuto diventino di dominio pubblico, abbandonano Messina e si trasferiscono a Napoli, portando con loro Lisabetta. La ragazza, già ammalatasi dopo la sottrazione della pianta, muore di lì a poco di dolore. Il suo amore disperato - ci dice Filomena, narratrice degli eventi - viene ancor oggi ricordato in una struggente canzone, che ricorda il furto della pianta.

 

L’amore e il dramma di Lisabetta

 

Con questa novella Boccaccio difende la forza del sentimento amoroso, che, espressione di un istinto naturale e irrefrenabile, non deve essere assolutamente represso, tantomeno per motivazioni economiche o di gerarchie sociali. Il tema è in sintonia con quanto l'autore afferma nell'importantissima Introduzione alla quarta giornata dove, spezzando il meccanismo narrativo della "cornice", Boccaccio specifica e precisa la propria posizione in merito: l'amore è pulsione naturale e spontanea dell'uomo e della donna, e non dovrebbe per nessuna ragione essere impedito, in quanto le forze dell'istinto sono superiori a quelle della società o della morale.

Le conseguenze drammatiche dell'opposizione ad un amore spontaneo e sincero sono messe in luce sin dalla caratterizzazione dei personaggi principali della novella; i fratelli, dominati solo dalla logica della "mercatura" e dalla necessità di conservare il buon nome della famiglia, considerano Lisabetta alla stregua di un oggetto, da portare ad un matrimonio utile e conveniente. All'opposto, Lorenzo si qualifica, nella breve descrizione che gli viene concessa, come un giovane "assai bello della persona e leggiadro molto": le virtù fisiche e il suo bell'aspetto si impongono rispetto alla sua umile origine. Tuttavia, è Lisabetta il personaggio su cui Boccaccio si concentra con più attenzione: giovane donna succube della famiglia, è condannata per tutta la durata della vicenda (a parte i momenti felici con Lorenzo) ad una condizione di minorità. Quando l'amante le viene sottratto con l'inganno e la violenza, non può che trasferire nevroticamente i propri sentimenti sul basilico, nutrito dalla testa dell'innamorato. Assai significativo che i pensieri e i sentimenti di Lisabetta non si manifestino quasi mai per via verbale, con sue frasi o espressioni dirette; piuttosto, Lisabetta è un personaggio che si esprime attraverso gesti silenziosi, su tutti le lacrime che, alla fine, la conducono ad una morte tragica.

 

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1 Di che Lorenzo accortosi: ovvero dei sentimenti di Lisabetta nei suoi confronti.

2 assicuratisi: sentendosi tranquilli e al riparo dai fratelli di lei.