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“Robinson Crusoe” di Daniel Defoe: riassunto e analisi

Introduzione

 

Le avventure di Robinson Crusoe (The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe) è l’opera più nota di Daniel Defoe (1660-1731) unanimemente considerato il padre del romanzo moderno.

Il libro racconta le avventure di un giovane marinaio inglese, che naufraga su un’isola deserta nell’Atlantico e vi resta per quasi ventotto anni; durante questo periodo, avrà tempo e occasione di mettere alla prova tutte le sue capacità di adattamento all’ambiente, vivendo al tempo stesso grandi avventure.

Robinson Crusoe è il primo romanzo di Daniel Defoe 1, che lo pubblica nel 1719, all’età di ormai sessant’anni, dopo una vita passata tra attività commerciali, una ricca carriera giornalistica, la politica e addirittura lo spionaggio. Già pochi mesi dopo la sua pubblicazione, il romanzo conosce un grandissimo successo presso il pubblico borghese del tempo; col tempo Robinson Crusoe diventerà una delle letture più popolari per adulti e bambini di tutto il mondo e una delle opere letterarie più importanti della letteratura occidentale.

 

Riassunto

 

Il romanzo, ambientato nella seconda metà del XVII secolo, è narrato in prima persona ed incentrato sulla figura di Robinson Crusoe, un ragazzo inglese della classe media 2 che decide di prendere la via del mare contro i desideri del padre, che lo vorrebbe avvocato. La nave su cui viaggia Robinson fa subito naufragio ma egli non si scoraggia e si imbarca per una seconda volta. Anche in questo caso, l’esito è infelice: Robinson è catturato da alcuni pirati e preso come schiavo a Salé, in Africa. Dopo due anni, il protagonista fugge abilmente insieme a un ragazzo arabo di nome Xury e viene recuperato dal capitano portoghese di una nave. Robinson cede Xury al capitano (strappandogli la promessa di liberarlo dopo dieci anni di servizio o dopo la sua conversione alla fede cristiana) e giunge in Brasile, dove il capitano lo aiuta a fondare una piantagione di canna da zucchero, riportando interessanti successi commerciali.

Dopo alcuni anni tranquilli, Robinson si rimette per mare per intraprendere la redditizia tratta degli schiavi dall’Africa. È in questa circostanza che si verifica la circostanza decisiva della sua vita: dopo un altro naufragio, non lontano da Trinidad, egli si ritrova su un’isola alla foce del fiume Orinoco (Venezuela), che poi chiamerà Isola della Disperazione. Grazie ad alcuni attrezzi recuperati fortunosamente dalla nave naufragata, il protagonista riesce a costruirsi un’abitazione, tiene un diario, si fabbrica un rudimentale calendario 3, cominciando a coltivare e anche ad allevare alcune capre. Robinson, che ha la sola compagnia di qualche animale (tra cui un cane, due gatti e, più avanti, un pappagallo ammaestrato) in pratica ricostruisce sull’isola deserta il mondo inglese da cui proviene, dimostrando come, con ingegno, razionalità e spirito d’intraprendenza si possano superare le difficoltà più impervie. Come egli annota nel proprio diario, impara giorno per giorno a far crescere l’orzo e l’uva, a cacciare, a lavorare la ceramica per le proprie esigenze; dopo un sogno rivelatore, durante un attacco di febbre, egli scopre pure la fede. La Bibbia sarà così la sua unica e decisiva lettura: il suo impegno concreto di fronte alle insidie della Natura si unisce spontaneamente con la fiducia, prima o poi, nell’aiuto della Provvidenza divina.

Dopo alcuni anni di totale solitudine, Robinson scopre di non essere solo: prima nota un’altra impronta umana sulla spiaggia, poi scopre che sulla sua isola un gruppo di cannibali è solito sacrificare le proprie vittime. Quando questi si recano lì con una nuova preda, Robinson li attacca e li uccide, salvando un selvaggio a cui egli darà il nome di Venerdì, in onore del giorno della settimana in cui quest’ultimo è stato liberato. Venerdì è un ragazzo gentile e intelligente e presto si affeziona a Crusoe, che gli legge la Bibbia e lo converte al Cristianesimo. Con lui Robinson libera altre due vittime dei cannibali: una è il padre di Venerdì, l’altra un marinaio spagnolo che svela al protagonista come sulla terraferma ci siano altri naufraghi spagnoli. Robison organizza allora un piano per cui lo spagnolo e il padre di Venerdì avrebbero dovuto ritornare a terra, radunare gli altri marinai, costruire una nave e tornare verso l’Europa.

Tuttavia, prima che ciò si verifichi, sopraggiunge una nave inglese di ammutinati, che vogliono abbandonare a riva il comandante; Robinson, dopo essersi accordato con quest’ultimo, sbaraglia gli ammutinati, li lascia sull’isola 4 e si impadronisce della nave, con cui, il 19 dicembre 1686, Crusoe salpa per l’Inghilterra, dove giunge l’11 giugno del 1687. Qui, dopo che è stato dato per morto da tutta la famiglia, scopre di essere ricchissimo: recatosi a Lisbona, scopre per il tramite del capitano portoghese che le sue piantagioni in Brasile sono diventate molto produttive. Mentre trasporta via terra le sue ricchezze, sempre seguito dal fedele Venerdì, il protagonista si scontra sui Pirenei con un branco di lupi affamati. Egli poi vende la pitangione, si sposa e ha tre figli, diventa per un breve periodo governatore dell’isola che lo ha ospitato per quasi trent’anni e infine si ritira a vita privata nella natia Inghilterra.

 

Robinson, un avventuriero borghese e devoto

 

Robinson Crusoe è un romanzo d’avventura che è stato letto da molte parti come un’opera che celebra l’avvento e l’ascesa della moderna classe borghese, celebrandone i valori e gli ideali dell’imprenditorialità, della dinamicità, della fiducia nei propri mezzi per conquistarsi benessere e riconoscimento sociale. Robinson è il prototipo dell’uomo borghese e, in questo senso, la religione riveste un ruolo di grande importanza nell’economia del romanzo di Defoe. Prima di imbarcarsi per il suo primo viaggio, il padre di Robinson tenta di farlo desistere affermando che Dio non benedice questa sua partenza. Una volta sull’isola, dopo esser scampato a numerosi pericoli, Crusoe viene visitato in sogno da un misterioso essere che lo accusa di non essersi pentito delle sue cattive azioni. Nella sua solitudine, Dio diventa il suo interlocutore e la Bibbia la sua guida morale ed esistenziale. Robinson comincia allora a inquadrare la sua avventura e gli eventi che si susseguono in una prospettiva cristiana e provvidenziale: la disubbidienza al padre come peccato, il naufragio come susseguente punizione, l’approdo sull’isola e i fortunosi incontri (come quello con Venerdì o con la nave inglese) come tappe di un itinerario di fede che, per essere davvero completo, prevede il superamento di tutte le difficoltà possibili e, quindi, la maturazione del protagonista principale.

In effetti, nella fittizia introduzione d’autore, di mano dello stesso Defoe, che apre il romanzo si legge:

La storia è narrata con sobrietà, serietà e applicando con sentimento religioso gli eventi ai fini ai quali i saggi sempre li applicano, cioè a insegnare agli altri con l’esempio, e a giustificare e onorare la saggezza della Provvidenza nelle nostre più varie circostanze, comunque si presentino 5.

Anche nelle Serie riflessioni nella vita e nelle sorprendenti avventure di Robinson Crusoe (1720), ovvero in un tentativo di Defoe di “continuare” le avventure del suo eroe, lo scrittore inglese si soffermerà sui modi di azione della Provvidenza, affermando che essa agisce in tempi e modi incerti, onde evitare che l’uomo non prenda cura di sé e non rifletta sulle sue azioni dando per scontato che essa si manifesti.

Robinson Crusoe è quindi un nuovo tipo di eroe romanzesco, che si rivolge direttamente al lettore borghese mettendo in campo i valori in cui quest’ultimo si rispecchia maggiormente: la fiducia incrollabile nei propri mezzi e la fede serena (ma non per questo passiva o supina) nella benevolenza di Dio, che illuminerà solo chi dimostrerà di impegnarsi attivamente per migliorare il proprio destino.

 

Bibliografia

 

D. Defoe, Le avventure di Robinson Crusoe, seguite da Le ulteriori avventure e Serie riflessioni, Torino, Einaudi, 1998. 
M. Bignami, Defoe dal saggio al romanzo, Scandicci, La Nuova Italia, 1993.
R. Capoferro, Guida al "Robinson Crusoe", Roma, Carocci, 2003.
P. Colaiacono, Biografia del personaggio nei romanzi di Daniel Defoe, Roma, Bulzoni, 1975.
I. Watt, Le origini del romanzo borghese. Studi su Defoe, Richardson e Fielding (V edizione), Milano, Bompiani, 2002.

1 Seguiranno poi tra le altre opere famose Moll Flanders (1722), Il diario dell’anno della peste (1722) e Lady Roxana (1724).

2 I genitori sono di origine tedesca, e il loro cognome è Kreutznaer; Robinson viene quindi cresciuto nel mito della borghesia e dell’uomo “fatto da sé” ed artefice del proprio destino.

3 In particolare, Robinson pianta una croce su cui scrive la data del proprio arrivo, il 30 settembre 1659; tracciandovi sopra delle tacche, terrà conto dello scorrere dei giorni.

4 Robinson però spiega loro come sopravvivere e annuncia l’arrivo degli spagnoli dalla terraferma.

5 D. Defoe, Le avventure di Robinson Crusoe, seguite da Le ulteriori avventureSerie riflessioni, Torino, Einaudi, 1998, p. 3.