"Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" di Gadda: analisi e commento

Nell'incipit di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana le frasi sul "bel sole d’Italia" e sulla favella del commissario Ingravallo, che "contamina napolitano, molisano, e italiano", suggeriscono una lettura in chiave “geografica” e “geolinguistica” del romanzo di Gadda. Così come Gadda  allestisce un’antibiografia della nazione (scava e denuncia cioè, parafrasando la definizione di Gobetti del fascismo come "autobiografia della nazione", un fascismo ideale eterno che antropologicamente connota il genus italicum e che cova “sotto” quello reale e storico), nel Pasticciaccio ci consegna una “seconda vista” della geografia della Capitale e dell’Italia Mediana (per usare il gergo dei linguisti), una controgeografia che - com’è noto - ambienta le sue scene decisive in due luoghi inesistenti (Via Merulana 219 e Tor di Gheppio).
 
Una controgeografia, evidentemente, anche linguistica. In ciò restando fedele al Belli, il cui "monumento di quello che oggi è la plebe di Roma" è sì uno straordinario giacimento linguistico (che in quanto tale proprio Gadda, per esempio, saccheggia a man bassa – specie nella prima redazione del romanzo), ma non in senso naturalistico: se è vero che, come dice Belli sempre nella prefazione ai Sonetti, lo ha composto "col concorso di un idiotismo continuo, di una favella tutta guasta e corrotta, di una lingua infine non italiana e neppur romana, ma romanesca": lo stesso, ampliando a dismisura il raggio del "guasto" e della "corruzione", fa appunto Gadda. In fondo proprio la corruzione è il tema del romanzo (non solo appunto quella politica e morale, nell’"ambiente bugiardo" del fascismo, ma quella profonda antropologica del "generone" che immobilizza i corpi, come quello della sua rampolla Liliana, in assetti finanziari: reificandoli, alla lettera, in pietre preziose e gioielli); e dunque la corruttela linguistica del pastiche universale realizzato da Gadda ne è il perfetto equivalente e compimento.
 
Andrea Cortellessa è un critico letterario italiano, storico della letteratura e professore associato all'Università Roma Tre, dove insegna Letteratura Italiana Contemporanea e Letterature Comparate. Collabora con diverse riviste e quotidiani tra cui alfabeta2, il manifesto e La Stampa - Tuttolibri.