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Hegel, Prefazione alla Fenomenologia dello spirito: la "notte delle vacche nere"

"La notte delle vacche nere" è una citazione di una famosa espressione usata da Hegel nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito.
L'espressione compare in un passo in cui Hegel polemizza con Schelling riguardo alla concezione di assoluto inteso come "assoluta identità con se stesso". Più in generale, nel mirino del filosofo sono tutte le concezioni che interpretano la realtà come "altro" da quella in cui viviamo e che separano il mondo del finito, del divenire, di ciò che continuamente nasce e muore dalla "vera" realtà.

Hegel compie una battaglia contro ogni forma di trascendenza e misticismo che identifica l'assoluto come entità catturabile solo tramite intuizione, inesprimibile dalle parole e irraggiungibile dalla ragione. La polemica colpisce anche i romantici, che sostengono che la verità sia coglibile solo attraverso il sentimento individuale, e in particolare chi, tra essi, esalta la poesia come qualcosa di più profondo della filosofia.
Hegel, al contrario, si schiera in difesa della ragione, della conoscenza distinta, della parola: della scientificità della filosofia, che deve caricarsi della forza e della fatica del concetto. Da un lato, infatti, ci si deve rendere conto che l'effettuale, l'assolutamente reale, è esso stesso movimento e, dall'altro, si deve imparare a leggere in esso "l'immane potenza del negativo" e quindi l'essenzialità della determinazione. L'assoluto non si dà per ispirazione poetica, per rivelazione, per magia: l'assoluto è un lavoro e una conquista che si attua attraversando la negatività e accogliendo il travaglio del negativo all'interno del concetto.

L'essere umano pensa perchè è in grado di negare il dato immediato dell'esperienza e della sensibilità: per questo Hegel non difende una ragione statica nè formale, ma invita ad assumere la potenza della negazione, che è la forza stessa del pensare. La vita del concetto e dello spirito guadagna la sua verità "solo a patto di ritrovare se stessa nell'assoluta devastazione".

Carlo Sini (Bologna, 1933), filosofo e docente di Filosofia teoretica in diverse università italiane, è autore di numerose opere sui temi della fenomenologia, del pragmatismo e del rapporto tra semiotica e filosofia ermeneutica.
Ha tenuto e tiene tuttora corsi, seminari e conferenze sia in Italia, sia all'estero (Stati Uniti, Canada, Argentina, Spagna, Svizzera e altri paesi europei).