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“I tre moschettieri” di Alexandre Dumas: riassunto della trama

Introduzione

 

Alexandre Dumas padre (1802-1870) pubblica I tre Moschettieri nel 1844, originariamente in forma di feuilleton 1 per il giornale Le Siècle. Con i due successivi romanzi (Vent’anni dopo, 1845; Il visconte di Bragelonne, del 1850) Dumas ha dato vita a una trilogia romanzesca dove elementi storici sono mescolati a particolari fantasiosi e romanzeschi, fissando al tempo stesso nell’immaginario collettivo la figura del “moschettiere” coraggioso ed impavido. Altro celebre romanzo di Dumas è Il conte di Montecristo (1844-1845).

I tre moschettieri raccontano le avventure di D’Artagnan e di tre moschettieri al servizio di Luigi XIII (1601-1643) di Francia per sventare gli intrighi del cardinale Richelieu (1585-1642) e della famigerata Milady. Per la costruzione del personaggio di D’Artagnane le vicende ad esso connesse, Dumas si servì, aggiungendovi molti particolari romanzeschi, dei Mèmoires de M. D’Artagnan, un’opera del 1700 dello scrittore Gatien de Courtilz de Sandras, ex moschettiere del re che nella sua opera ha ripercorso la vita del Conte D’Artagnan, personaggio storico vissuto a cavallo del Seicento.

 

Riassunto

 

Siamo nel 1625 in Francia e il giovane guascone D’Artagnan è diretto a Parigi, dove, grazie a una lettera di raccomandazione del padre per il capitano Monsieur De Tréville, spera di entrare nei Moschettieri di Luigi XIII. Durante il cammino però fa due incontri spiacevoli, uno con il cavaliere di Rochefort, che, sotto le fattezze de “l’uomo di Meung” riesce a rubargli la lettera, e uno con Milady De Winter, emissaria del Cardinale Richelieu. Una volta a Parigi D’Artagnan si reca da De Tréville, che però non può assicurargli di venir accolto nella compagnia. Il giovane, impetuoso ed pieno d’orgoglio, provoca inavvertitamente i tre migliori moschettieri del re: colpisce inavvertitamente la spalla ferita di Athos, inciampa nel mantello di Porthos e raccoglie un fazzoletto caduto ad Aramis, che non avrebbe dovuto vedere. Si trova così sfidato a duello nel medesimo luogo da tutti e tre, l’uno all’insaputa dell’altro, ma, al momento decisivo i quattro sono raggiunti dalle guardie di Richelieu, che gli intimano di rendere le armi poiché i duelli sono vietati per editto reale. I tre moschettieri e D’Artagnan si rifiutano e ingaggiano uno scontro con le truppe reali, in cui D’Artagnan dà prova di tutta la propria abilità, tanto da guadagnarsi la stima dei tre moschettieri e l’ingressso come cadetto nella compagnia di monsieur Des Essarts, in attesa di diventare anch’egli moschettiere.

D’Artagnan si procura così un alloggio e si innamora di Constance Bonacieux, moglie del suo padrone di casa e al servizio della regina Anna d’Austria. Constance rivela a D’Artagnan che il cardinale Richelieu, che è segretamente avverso alla regina a causa dei suoi legami familiari con la Spagna, sta per rivelare i rapporti che questa intrattiene con il Duca di Buckingham. Per farlo, Richelieu ha escogitato un subdolo piano: il cardinale infatti è riuscito a convincere il re a organizzare un ballo, dove la regina avrebbe dovuto sfoggiare i dodici puntali di diamanti che le sono stati donati dal re. Infatti, Richelieu ovviamente sa che i puntali non sono più in possesso della regina, poiché questa li ha donati al conte Buckingham come pegno d’amore. D’Artagnan riceve quindi dalla regina l’incarico di recuperare i puntali e parte alla volta dell’Inghilterra con Athos, Porthos e Aramis, pedinati dagli uomini di Richelieu che hanno l’ordine di far fallire la missione. Porthos però si trova ben presto coinvolto in un duello, così il viaggio riprende senza di lui. Durante un agguato, Aramis resta ferito e, poco dopo, Athos viene accusato di essere un falsario. D’Artagnan è così l’unico che riesce ad imbarcarsi a Calais e ad arrivare in Inghilterra.

Qui scopre dal Conte di Buckingham che due dei puntali sono stati rubati da Milady De Winter. Il Conte però riesce a farne fabbricare delle copie identiche e D’Artagnan giunge in tempo dalla regina con i dodici puntali. Per vendetta Richelieu ordina a Milady di rapire Constance. Prima di andare a salvare l’amata, D’Artagnan parte alla ricerca degli altri moschettieri. Così trova Porthos alla locanda dove lo aveva lasciato, ferito alla caviglia, Aramis deciso a farsi prete (convinto che la sua amante, la Duchessa di Chevreuse, non si curi più di lui) e Athos nascosto in un’altra locanda ancora. Una volta a Parigi i quattro scoprono di essere stati inviati a combattere contro le forze ugonotte nell’assedio di La Rochelle, ma, prima della partenza, D’Artagnan deve salvare Constance. D’Artagnan sfida quindi a duello Lord Winter, cognato di Milady, vince, e riesce così ad ottenere un incontro con Milady, di cui si finge innamorato. A questo punto si crea un intreccio amoroso: Milady è amante del Conte de Wardes e consegna un messaggio per arrangiare un incontro alla cameriera Ketty. Ketty invece, che si è invaghita di D’Artagnan, gli consegna la missiva e grazie a questo sotterfugio D’Artagnan riesce a trovarsi in intimità con Milady per ucciderla. Scopre sulla sua spalla il marchio del giglio, che indica i condannati a morte, ma non riesce ad ucciderla perché Milady si mette a gridare e lo costringe alla fuga.

Intanto a La Rochelle, Athos, Porthos e Aramis scortano il Cardinale Richelieu e lo spiano durante un suo incontro con Milady, alla quale viene ordinato di uccidere il Conte di Buckingham, la cui morte farebbe vincere la guerra alla Francia. Milady chiede in cambio di poter uccidere D’Artagnan e restare impunita. Ma Athos, riconoscendo nella donna la moglie che tanto tempo prima aveva ripudiato, riesce a rubarle il lasciapassare che avrebbe salvato Milady in caso di arresto per l’assassinio di D’Artagnan. I moschettieri, quindi, informano Lord Winter dei piani di Milady e, per sfuggire alle guardie di Richelieu, si lanciano in una valorosa azione militare a difesa di un bastione e, al loro ritorno al campo, sono accolti da eroi. Nel frattempo Lord Winter riesce a far arrestare Milady in Inghilterra, ma questa seduce il suo carceriere, John Felton, che prima l’aiuta ad evadere e poi uccide per lei il Conte di Buckingham. Milady, una volta tornata in Francia si nasconde in un convento di Carmelitane. Qui è nascosta anche Constance e Milady la avvelena come ritorsione contro D’Artagnan. Quest’ultimo, i tre moschettieri e il boia di Lille, il cui fratello era stato ucciso anni prima proprio da Milady, catturano la donna. Milady viene così consegnata alla giustizia e condannata a morte.

A questo punto D’Artagnan viene promosso da Richelieu luogotenente dei Moschettieri, mentre Athos, Porthos e Aramis abbandonano le armi, uno per ritirarsi in campagna, l’altro per farsi barone e il terzo per farsi prete.

 

I tre moschettieri tra feuilleton e romanzo storico

 

Alexandre Dumas padre con I tre moschettieri, che affondano le loro radici nella storia di Francia, si avvicna al filone narrativo di gran successo del “romanzo storico”, già diffuso, ad esempio, da Ivanhoe (1820) di Sir Walter Scott (1771-1832), di cui condivide alcune caratteristiche, differenziandosene invece per altre. Da un lato, infatti, Dumas recupera un’ambientazione storica (il contrasto tra la Francia e la Spagna al tempo di Richelieu, la repressione della minoranza ugonotta nel Seicento) in cui si muovono personaggi realmente esistiti: Luigi XIII, il cardinale Richelieu, il duca di Buckingham, lo stesso D’Artagnan (modellato a partire dalle memorie di Courtilz de Sandras). D’altro lato però, per catturare le attenzioni del proprio lettore sulle pagine del giornale Le Siècle, Dumas sfrutta tecniche tipiche dell’appendicismo, che il più delle volte violano la verosimiglianza della narrazione “storica” ma che favoriscono anche l’immedesimazione del pubblico, in particolar modo di quello popolare, nel personaggio principale e negli eventi narrati. Nel romanzo si susseguono così colpi di scena rocamboleschi, momenti di suspense collocati strategicamente a fine di ogni episodio che invoglino ad acquistare il numero successivo, agnizioni sorprendenti (come quella tra Athos e Milady o tra quest’ultima e il boia), forti contrapposizioni tra il Bene e il Male, dialoghi vivaci, ricorso al pathos e al melodramma nelle scene centrali. A coronare il tutto, c’è poi il “lieto fine” che assicura la punizione dei malvagi e la ricompensa per i buoni.

Queste tecniche fanno di Dumas uno dei più grandi esponenti del genere di appendice, insieme all’Eugène Sue dei Misteri di Parigi (1842-1843), a Théophile Gautier con Capitan Fracassa (1863), a Honoré de Balzac con il grande ciclo narrativo della Commedia umana (1837-1856). Tipiche tecniche da feuilleton si ritrovano tuttavia in molte altre opere, tra cui Notre-Dame de Paris (1831) e I miserabili (1862) di Victor Hugo, ne Oliver Twist (1837-1839) di Charles Dickens, L’isola del tesoro (1883) di Robert Louis Stevenson. In Italia, possiamo citare tra le altre, come classico esempio di testo d’appendice, il Pinocchio (1883) di Carlo Collodi.

1 Per feuilleton si intende quel prodotto letterario - generalmente, una narrazione di fatti avventurosi, ambientata in un determinato periodo storico e caratterizzata da colpi di scena, suspense e rivelazioni incredibili che colpiscono l’emotività del lettore - che, nella seconda parte dell’Ottocento, compare nell’appendice (da qui, il nome di “romanzo d’appendice”) della stampa quotidiana. Il feuilleton ebbe grandissimo successo popolare, coinvolgendo anche letterati di fama; in Italia, un esempio è rappresentato dalle novelle di Verga.