Le macchine elettrostatiche: dal pendolo elettrico alla macchina di Wimshurst

In questa lezione faremo visita a un vero e proprio laboratorio scientifico didattico, in cui sono conservati alcuni straordinari strumenti ottocenteschi.

Dal laboratorio di Fisica del Liceo dell’Istituto Orsoline di via Lanzone a Milano, presenteremo alcune delle macchine e degli strumenti più importanti della storia dell’elettrostatica. Innanzitutto mostriamo un pendolo elettrico, utilizzato per mostrare l’interazione tra corpi carichi elettricamente; successivamente vediamo l’analogo ottocentesco della sfera conduttrice che avevamo costruito, come materiali casalinghi, per caricare tramite contatto corpi conduttori. Fa la sua comparsa anche un elegante elettroscopio in ottone.
Ma introdurremo anche strumenti che non avevamo ancora incontrato: l’affascinante Macchina di Wimshurst, in grado di produrre scariche elettriche nell’aria, dei veri e propri fulmini in miniatura. La macchina sfrutta due dischi di materiale plastico che ruotano l’uno sull’altro: questo movimento li carica per strofinio, ed induce in placche metalliche poste sulla loro superficie un’esuberanza di carica elettrica. Questa carica viene indotta su delle spazzole metalliche che sfiorano i dischi in movimento, e la trasmettono a loro volta a due sferette conduttrici: quando la carica accumulata in queste sfere genera sufficiente energia potenziale elettrostatica da vincere la resistenza dielettrica dell’aria, si genera una scintilla.
La Macchina di Wimshurst può essere completata inserendovi due bottiglie di Leyda: si tratta del primo esempio di condensatore, ossia un dispositivo in grado di accumulare al suo interno carica elettrica.