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Remarque, “Niente di nuovo sul fronte occidentale”: riassunto della trama

Introduzione

 

Niente di nuovo sul fronte occidentale (1929; nel titolo originale Im Westen nichts Neues) è un romanzo autobiografico dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque (1898-1970, pseudonimo in francese del vero nome dell’autore, ovvero Erich Paul Remark), incentrato sull’esperienza in trincea di un giovane soldato durante la Prima Guerra Mondiale.

Il romanzo è diventato un manifesto contro le atrocità della guerra, che vengono descritte senza lirismi, con uno sguardo freddo e realistico. Il libro, pubblicato prima su rivista e poi in volume, ottiene subito un grande successo e diventa anche un film vincitore del premio Oscar nel 1930. L’opera di Remarque sarà poi duramente osteggiata dal regime nazista, che metterà al rogo le copie di Niente di nuovo sul fronte occidentale.

 

Riassunto

 

Il protagonista del romanzo è il giovane Paul Bäumer che, sin dai banchi di scuola, viene pesantemente indottrinato dagli insegnanti al mito della guerra e ai valori del nazionalismo, fondati sull’orgoglio patriottico e sulla superiorità della propria nazione sulle altre. Allo scoppio del primo conflitto mondiale nel 1914. Paul e i suoi coetanei (tra cui Kropp, Müller, Westhus, Tjaden) partono volontari per il fronte, convinti di vivere una entusiasmante avventura all’insegna degli ideali dell’eroismo e del coraggio. Al fronte conoscono Stanislaus “Kat” Katczinsky, un carismatico soldato, più grande di loro, che diventa un punto di riferimento per Paul. Ben presto, il protagonista e i commilitoni si rendono amaramente conto che la realtà della guerra è ben diversa da quella descritta dalla propaganda. La fatica della trincea, la mancanza di cibo, il rischio costante della morte segnano il passaggio di Paul dall’adolescenza alla vita adulta: la guerra non è affatto avventurosa ed eroica, ma è solo un tragico ammasso di casualità ed impreparazione: le reclute, male addestrate e lanciate allo sbaraglio in assalti inutili per conquistare risibili metri di campo di battaglia all’avversario, sono quelle che subiscono maggiormente i contraccolpi fisici e psicologici della guerra. L’unico interesse dei soldati, tra le urla di dolore, i topi che infestano le trincee e i continui bombardamenti è arrivare vivi al giorno successivo o al nuovo pasto.

La crudele insensatezza della guerra, in cui Paul non vede più né fine né scopi, si manifesta anche nei brevi periodi di congedo e di ritorno alla vita civile, da cui il protagonista si sente ormai del tutto scisso, come se l’orrore della guerra l’avesse prosciugato di ogni traccia di umanità. Paul riesce a trovare un’intesa solo con la madre morente, poco prima di tornare al fronte. Qui si susseguono nel frattempo le morti dei compagni e degli amici: Westhus è dilaniato da una granata proprio sotto gli occhi di Paul, mentre il soldato Kemmerich muore dopo l’amputazione di una gamba ferita; Müller viene colpito da un razzo e si spegne tra atroci sofferenze. Solo Tjaden sopravviverà alla fine della guerra. Un giorno, durante un’operazione di pattuglia, Paul si rifugia in un fosso, dove si trova di fronte un soldato nemico; benché quest’ultimo sia un essere umano come lui, Paul, in un raptus di terrore, lo pugnala, assistendo per ore alla sua agonia. Ferito, Paul è ricoverato in un ospedale con l’amico Albert, che subisce l’amputazione di una gamba. Paul, ripresosi, è costretto a salutare l’amico fraterno per tornare al fronte.

Paul vede morire drammaticamente anche il suo modello di riferimento: “Kat” Katczinsky viene colpito da un colpo d’artiglieria e, benché il protagonista si prodighi per salvargli la vita trasportandolo in infermeria, Kat vi arriva già morto. Paul perde così ogni desiderio di vivere, tanto che gli risulta del tutto indifferente morire sul campo di battaglia o sopravvivere alle ostilità. Poco prima della fine della guerra nell’autunno del 1918, Paul è ucciso da una granata in un giorno in cui, come recita il bollettino di guerra, non c’è “niente di nuovo sul fronte occidentale”.

 

Commento

 

Niente di nuovo sul fronte occidentale è, prima di tutto, un romanzo autobiografico, che si basa sull’esperienza al fronte di Remarque, che presta servizio sul fronte occidentale nel 1917, all’età di diciannove anni, rimanendo gravemente ferito nei pressi di Verdun ed venendo quindi rimpatriato in un ospedale in Germania fino alla fine della guerra. Una spia evidente dell’autobiografismo l’abbiamo nel nome del personaggio principale, Paul ripreso dal nome reale di Remarque, cioè Erich Paul Remark 1. Il duro, lucido e diretto j’accuse di Remarque contro la guerra, in cui non c’è nulla di valoroso ed eroico, descrive nel dettaglio le logiche spietate di cui ogni soldato è vittima. Fin dalle prime pagine, viene infatti messo l’accento sulla logica propagandista, per cui gli studenti vengono ingannati da insegnanti e docenti (come Kantorek, il professore di Paul) con la retorica nazionalistica e poi sadicamente umiliati dall’istituzione militare, personficata dal sottufficiale Himmelstoss, che nemmeno li prepara in maniera adeguata all’impegno bellico.

Agli ideali subentrano ben presto, per istinto di sopravvivenza, le ragioni concrete del quotidiano: procurarsi cibo e vestiti, un posto asciutto per dormire, un riparo dalle granate. I più deboli, come lo studente Behm (l’unico a provare ad opporsi al crescente nazionalismo diffuso nelle scuole tedesche), sono condannati a soccombre per primi. La disumanizzazione che ne consegue, segnata dai lutti e dalle morti atroci dei commilitoni, è tanto più stridente quanto più è evidente che anche i nemici sono semplicemente altri uomini, in tutto e per tutto simili al protagonista. La morte del protagonista - a Verdun, nell’ottobre del 1918, con un “un'espressione così serena, quasi che fosse contento di finire così” - acquista così un valore simbolico: è la “morte” dell’autore reale, segnato dalla tragedia della guerra, ed è anche la morte di una generazione spazzata via dai miti del nazionalismo e del militarismo.

1 Lo scrittore decide di modificare il proprio nome in Erich Maria Remarque come omaggio alla madre, recuperando il precedente cognome della famiglia.