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La prima prova della maturità: guida pratica

Per orientarci fra le varie possibilità, durante la prova di italiano, la prima cosa da conoscere sono i diversi tipi di prova che abbiamo a disposizione. Ogni anno gli studenti possono scegliere fra quattro possibilità. Decidere, fra queste, quale si adatta meglio a noi è l'aspetto che più di ogni altro andrà a incidere sul risultato finale. La ricetta per un buon lavoro è, prima di tutto, capire in che modo possiamo mostrare al meglio ciò che sappiamo.

 

La prima tipologia di prova (chiamata “A”) è l'analisi del testo. Per svolgerla dovremo leggere e capire un testo in prosa o in poesia, riassumendone il contenuto e rispondendo con precisione alle domande che ci vengono poste, sia sull'opera che sul periodo storico-letterario in cui è contestualizzata.

La seconda possibilità (“tipologia B”) consiste invece in un saggio breve o in un articolo di giornale. Si tratta del tipo di prova più “guidata” perché insieme alla traccia ci verranno forniti dei dossier, ovvero una serie di documenti da cui potremo attingere informazioni per il nostro lavoro. Se abbiamo una materia in cui siamo molto più portati, rispetto alle altre, questa traccia potrebbe fare per noi. Ci sono ambiti da cui scegliere per tutti i gusti: artistico-letterario, socio-economico, storico-politico e tecnico-scientifico, ognuno con il suo dossier. Leggere tutto il materiale può richiedere un certo tempo, e se non siamo velocissimi è meglio cercare prima di capire qual è l'ambito che ci interessa. Se invece siamo certi dell'argomento di cui vogliamo parlare, allora possiamo dedicare più tempo ai materiali forniti; meglio ancora se li leggiamo più di una volta.

La terza possibilità (“Tipologia C”) è il tema di ordine storico, il cui contenuto è abbastanza evidente. Più particolare è invece il tema di ordine generale (“Tipologia D”), che è l'unica traccia per cui non vengono forniti documenti.

 

Se siamo curiosi di conoscere meglio i vari aspetti di ciascuna di queste prove, possiamo dare un'occhiata ai video di questo corso che spiegano in dettaglio – per ogni caso – cosa fare e cosa evitare. A questo punto possiamo leggere rapidamente le tracce fornite, così da farci un'idea generale dei temi che è possibile affrontare. Almeno nelle primissime fasi non è necessario leggere in profondità anche tutti i documenti che abbiamo a disposizione. Proviamo prima a capire se c'è qualcosa che ci suona subito familiare: un argomento che ci appassiona, che abbiamo studiato bene, o che per qualsiasi motivo pensiamo di saper affrontare con efficacia. Se fra le prove fornite ce n'è una che ha queste caratteristiche, allora consideriamoci fortunati e scegliamola pure. Cerchiamo però di assicurarci che la traccia giusta sia davvero quella, e che fra le altre non ce ne sia una ancora migliore. Le cose sono un po' più complicato quando invece nessun argomento ci salta all'occhio immediatamente. In questo caso proviamo a ragionare al contrario, per esclusione. Fra le quattro tipologie, qual è quella che non faremmo mai, per nessun motivo al mondo? Scartiamola pure. Prendiamo le tre rimanenti, e chiediamoci: “Qual è la peggiore, quella che non mi interessa e che conosco meno?”. Scartiamo anche quella, e così via, finché non ne resta una sola. Ora dovremmo avere la nostra scelta o, nel peggiore dei casi, almeno ridotto di molto le possibili alternative.


Quali sono invece i criteri con cui verremo valutati? Alcuni sono fondamentali, validi per tutti i tipi di traccia. Per esempio la capacità di esporre gli argomenti in maniera chiara, semplice, oppure l'uso di un lessico adeguato al tipo di testo che si sta scrivendo; la mancanza di errori o la capacità di costruire un'analisi dettagliata e precisa. Anche l'estetica del lavoro finale non va sottovalutata. A meno che non siamo davvero agli sgoccioli, assicuriamoci che la versione finale sia scritta in modo chiaro, senza correzioni né sbavature e dentro i margini previsti. È una piccola fatica in più, che però dà al nostro lavoro tutto un altro valore: chi lo legge se ne accorgerà.