Quasimodo: vita e poetica in "Ed è subito sera"

Salvatore Quasimodo (1901 - 1968) è uno dei poeti più noti e rappresentativi della cosiddetta "poesia  ermetica" che, a cavallo tra anni Trenta e Quaranta e avendo come loro capoluogo culturale Firenze, danno vita ad un modo di far poesia oscuro e non comunicativo, caratterizzato dall'insistita ricerca formale (in particolar modo, su un lessico raro e ricercato e su una sintassi difficile e complessa) che diventa lo specchio di una inquieta condizione esistenziale, cui certo contribuisce il clima della dittatura fascista.
 
Se l'etichetta di "ermetici" può adattarsi per certi aspetti anche a Ungaretti e Montale (e non solo a Luzi e Gatto) è con Quasimodo e con le sue principali raccolte (Acque e terre, 1930; Oboe sommerso, 1932; Erato e Apòllion, 1936; poi in Ed è subito sera, 1942) che prendono corpo modi e forme principali dell'Ermetismo: il tema dell'esilio e della ricerca di un'identità, la solitudine esistenziale dell'uomo contemporaneo, la parola "assoluta" (sciolta cioè da legami con il mondo, e valevole di per sé), la spiccata astrazione concettuale.