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“L’isola del tesoro” di Stevenson: riassunto della trama

Introduzione

 

L’isola del tesoro, romanzo d’avventura di Robert Louis Stevenson (1850-1894), viene inizialmente pubblicato a puntate sotto pseudonimo sulla rivista inglese per ragazzi «Young Folks» (ottobre 1881 - gennaio 1882) e poi in volume nel 1883. Il romanzo racconta in prima persona l’avventurosa vicenda di un ragazzino, Jim Hawkins, che nel XVIII secolo trova una mappa del tesoro e salpa con un gruppo di pirati per recuperarlo. Nel romanzo, che inaugura la grande tradizione del tema piratesco unendola con quella dell’avventura sull’isola deserta (con il Robinson Crusoe come modello maggiore), si fondono molti filoni narrativi e topoi romanzeschi: il romanzo di formazione, il rapporto conflittuale tra il Bene e il Male, il fascino dell’ignoto e dei mondi tropicali, l’iconografia tipica del pirata, la “mappa” con la “X” che indica il punto in cui scavare.

 

Riassunto

 

L’isola del tesoro è divisa in sei parti.

Il romanzo comincia nell’Inghilterra del Settecento, nella città portuale di Bristol. Presso una locanda vive il protagonista e voce narrante 1James “Jim” Hawkins, un adolescente di quattordici anni che vive coi genitori. Un giorno, un vecchio capitano di nome Billy Bones arriva alla locanda e, con fare misterioso, vi prende alloggio, chiedendo a Jim di vigilare su un suo baule e dimostrando di temere in particolare un uomo senza una gamba. Billy, violento ed alcolizzato si scontra con un suo ex compagno. Poco dopo, egli ha un infarto causato dalla visita di un messaggero cieco, che gli reca la “macchia nera”, che nel codice della pirateria vale come condanna a morte. Jim, da poco orfano di padre, scopre di Bill che egli è stato al servizio del famigerato pirata Flint; in seguito, anche Billy Bones muore. Quando Jim e la madre aprono il forziere, vi scoprono dei dobloni d’oro, un diario di bordo e la mappa di un’isola ignota. Jim fugge non appena sopraggiungono i pirati alla ricerca di Billy, e mostra al Dr. Livesey e al conte Trelawney il contenuto del baule: essi capiscono che si tratta delle indicazioni per trovare il tesoro del pirata Flint. I due, che diventano gli aiutanti del protagonista, organizzano in incognito una spedizione finanziata dal conte, che procura un’imbarcazione, chiamata Hispaniola, per partire all’avventura.

Gli ex compagni di Billy, ansiosi di impadronirsi del tesoro, si arruolano nella ciurma dell’Hispaniola sotto mentite spoglie; tra questi spicca il sinistro Long John Silver, che viene assunto come cuoco di bordo 2. La nave, alla guida del capitano Smollett, salpa al più presto per i Caraibi, ma, durante la navigazione Jim scopre che Long John Silver sta organizzando un ammutinamento per impadronirsi della nave e poi mettere le mani sul tesoro. Smollett, a cui Jim rivela tutto, ha in mente di ancorare presso l’isola e abbandonare lì i complottisti, che sono in netta maggioranza.

Appena giunti a terra però, Jim si intrufola di nascosto tra gli ammutinati; Long John Silver, che prende il controllo delle operazioni, uccide pure un marinaio che ha rifiutato di ribellarsi. Sull’isola, il protagonista incontra Ben Gunn, anche lui un ex della ciurma del pirata Flint, che è stato abbandonato sull’isola tre anni prima. Insieme a Ben, Jim riesce a raggiungere Smollett, Livesey 3 e Trelawney e gli altri compagni, che nel frattempo si son rifugiati in un vecchio fortino costruito da Flint sull’isola. Silver e i suoi uomini attaccano allora il fortino dopo che Smollett si è rifiutato di trattare una tregua con loro. Jim esce di soppiatto dal fortino e, con una piroga costruita da Ben, riesce ad arrivare alla Hispaniola ancorata e taglie le cime per far andare la nave deriva, sottraendola al controllo di Long John Silver. Jim riesce anche ad avere la meglio in uno scontro con la sentinella dell’Hispaniola, che prima aiuta Jim a governare la nave in cambio di cure poi tenta di ucciderlo. La nave infine si arena su una spiaggia a nord dell’isola. Al suo ritorno sull’isola, Jim scopre che i pirati hanno conquistato il fortino.

Silver spiega a Jim di essere entrato in possesso della mappa e del diario di bordo. Long John, che salva Jim da un gruppo di pirati che vorrebbe giustiziarlo all’istante, propone al ragazzo un patto per aiutarsi vicendevolmente: il pirata, a corto di uomini dopo gli scontri, deve tenere a bada dei rivoltosi, che lo accusa di tradimento. Il mattino seguente il gruppo parte alla ricerca del tesoro di Flint ma, giunto sul luogo in cui sarebbe sepolto, lo trova vuoto. Gli ammunitati vorrebbero uccidere Silver e Jim, ma l’intervento di Livesey e del suo gruppo li sbaraglia. Si scopre così che Ben Gunn aveva recuperato le casse di Flint tempo e le aveva nascoste in una grotta. Jim e i compagni caricano il tesoro sulla nave e salpano al più presto, portando con sé Long John Silver. Il pirata, approdati al primo porto, fugge con una parte del bottino e non tornerà mai più. Jim non tornerà mia più sull’isola del tesoro.

 

Una “formazione” avventurosa

 

In un primo momento L’isola del tesoro uscì a puntate nella rivista per ragazzi «Young Folks» per essere poi stampato in volume e dedicato da Stevenson all’amato figliastro 4 Il libro è dunque un’opera pensata specificamente a dei lettori adolescenti, come il protagonista stesso della storia. In  questo senso, L’isola del tesoro si tratta di un Bildungsroman, cioè di un romanzo di formazione, un genere letterario di grande importanza sin dal Settecento 5 Per “formazione” si intende una crescita insieme morale e intellettuale di un protagonista giovane o adolescente, che, a seguito di prove ed esperienze determinanti, entra nella vita adulta.

In Stevenson, l’originalità della maturazione di Jim sta proprio nei modelli che influiscono sulla formazione del protagonista. Non a caso, il padre di Jim che muore poco dopo l’inizio del romanzo e che viene raramente citato nel corso della narrazione. Il Dr. Livesey e il conte Trelawney sono certamente due personaggi autorevoli, ma poco affascinanti, perché non “promettono” l’avventura, che è ciò che Jim va desiderando, ed anzi incarnano il buon senso e il rigore borghesi. Sembra dunque, paradossalmente, che siano proprio i pirati ad avere la maggior presa su Jim e sul suo immaginario di giovane uomo: è cioè l’incontro/scontro con il Male 6, incarnato in Long John Silver, a trasmettere a Jim quelle virtù - coraggio e indipendenza, anzitutto - di cui egli è sprovvisto all’inizio della storia e che invece avrà acquisito alla fine della sua incredibile avventura. Long John è quindi un personaggio sfaccettato e complesso: egli è sicuramente malvagio e feroce, ma ha anche un fascino oscuro e sotterraneo che fa presa sull’indole ingenua di Jim, che in lui vede:

una specie di Sancio della pirateria. Con la bonomia, la gentilezza e gli scherzi ottiene ciò che desidera: seduce, attrae, affascina, ispira fiducia, rassicura.

Come detto dal critico Pietro Citati: “Mai, il male, in letteratura ci aveva mostrato un volto così simpatico” 7.

 

Bibliografia

 

Oltre alle opere citate in nota, si veda: 

R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, trad. di Michele Mari. Milano, Rizzoli, 2012.
R. Aldington, Ritratto di un ribelle: R. L. Stevenson, Milano, Mursia, 1975.
R. Mallardi, Il nuovo romance di R. L. Stevenson, Roma-Bari, Laterza, 1996.
D. Scarpa, L’arcipelago, saggio introduttivo a R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, Milano, Feltrinelli, 2001.

1 Va però detto che alcuni capitoli (dal sedicesimo al diciottesimo) sono narrati dal Dr. Livesey.

2 Non a caso, il titolo su rivista del romanzo era Il cuoco di mare o l’isola del tesoro.

3 In questo punto si inserisce il racconto di Livesey su come lui e gli altri membri dell’equipaggio abbiano abbandonato l’Hispaniola.

4 Scrisse l’autore a questo proposito: “Doveva essere una storia per ragazzi; non c’era bisogno di psicologia o di una scrittura raffinata. Avevo a disposizione un ragazzo che servisse come pietra di paragone. Le donne sarebbero dovute essere escluse”. Citato in R. L. Stevenson, My First Book: “Treasure Island”, in Essays on the Art of Writing, online: https://ebooks.adelaide.edu.au/s/stevenson/robert_louis/s848aw/part5.html.

5 Si pensi a Gli anni di apprendistato di Willhelm Meister di Goethe in Germania, le Confessioni di Rousseau in Francia e Tom Jones di Fielding in Inghilterra.

6 Si tratta di un tema molto caro a Robert Stevenson, come si vede anche ne Lo strano caso del Dr. Jekyll e del signor Hyde, pubblicato nel 1886.

7 Le due citazioni sono tratte da P. Citati, Il Male assoluto. Nel cuore del romanzo dell’Ottocento. Milano, Mondadori, 2000, p. 451.