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Storia di Atene: da Dracone a Pisistrato

In questo video introduttivo alla storia di Atene scopriremo le origini della celebre polis, instancabile laboratorio culturale e politico, e le sue istituzioni: dall'ordinamento monarchico a quello aristocratico, dalla timocrazia di Solone alla tirannide.

In età micenea, come le altre poleis, anche Atene aveva un ordinamento monarchico: a capo del governo vi era infatti un basiléus e la popolazione era divisa in quattro tribù, a loro volta divise in fratrìe, quindi gruppi familiari, che avevano al loro interno un'ulteriore suddivisione in ghénos, il clan degli aristocratici sempre basato sui legami di sangue, in tiasi, che raggruppavano i plebei, e in orgheònes che comprendevano gli stranieri viventi ad Atene: i meteci.
In età arcaica l'ordinamento politico diventa aristocratico e il governo della città passa nelle mani di nove arconti che si dividono le funzioni di potere. La carica degli arconti era annuale e venivano scelti tra i nobili dal consiglio degli anziani, l'Areòpago, che aveva funzione di tribunale supremo in caso di processi particolari come quelli per crimini di sangue. 
Le prime leggi scritte ateniesi compaiono tra il 624 e il 621 a.C. e sono attribuite a Dracone: sono pubbliche e costituiscono il primo codice penale della storia
Agli inizi del VI sec. a.C. ad Atene vi è un forte conflitto sociale dovuto allo strapotere del ceto aristocratico e alla contemporanea nascita di nuovi ceti sociali. In questo contesto si collocano le riforme di Solone, che promosse, tra le altre cose, il passaggio a un ordinamento timocratico: la suddivisione dei cittadini e del potere avviene dunque su base censitaria. Solone, a livello di ordinamento, mantenne le vecchie magistrature ma ne diminuì i poteri facendo partire l'attività legislativa dall'ekklesia, assemblea di tutti i cittadini maggiorenni, che eleggeva anche la boulé, o consiglio dei 400, a cui spettava la proposta legislativa. Solone introduce anche un tribunale popolare: l'eliéa, che si occupava di ricorsi contro le sentenze degli arconti. 
In realtà la riforma di Solone creò dei malumori sia nei nobili, che vedono i loro poteri ridimensionati, che dei ceti inferiori, in ogni caso ancora esclusi dalla politica. Le ribellioni che ne seguirono sfociarono nella tirannide di Pisistrato.
Dopo essere stato cacciato, Pisistrato riesce a tornare al potere nel 546 a.C. e rimane in carica fino alla sua morte. Pisistrato lascia in vita le istituzioni precedenti, ma le svuota di valore assumendo su di sé ogni potere. Alla sua morte salgono al potere i figli Ippia e Ipparco, ma il loro regno ha vita breve: Ipparco è destinato a morire in una congiura e verrà cacciato nel 510 a.C.

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