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Susanna Tamaro, “Va dove ti porta il cuore”: riassunto e commento

Susanna Tamaro, triestina classe 1957, fin dalla giovinezza si trova immersa nella cultura letteraria della sua città. Legata a Italo Svevo da un lontano legame parentale, poco dopo aver ottenuto il diploma in regia lavora come aiuto-regista al film Ernesto, tratto dal celebre romanzo incompiuto di un altro autore di Trieste, Umberto Saba.
Nonostante la sua prima pubblicazione risalga al 1989 (parliamo di La testa fra le nuvole, con la casa editrice Marsilio), Susanna Tamaro raggiungerà il successo solo nel 1994, con Va dove ti porta il cuore, romanzo pubblicato dalla casa editrice Baldini Castoldi e Dalai che riscuote un enorme successo di pubblico, diventando un vero e proprio best-seller, ma non viene altrettanto apprezzato dalla critica, che vi ha riscontrato un eccessivo patetismo.
Va dove ti porta il cuore è un romanzo di carattere epistolare, strutturato come una lunga lettera in cui si delinea un’acuta e profonda riflessione sulle tappe della vita, affrontate a posteriori dagli occhi di una donna ormai anziana, Olga. Il testo, semplice e discorsivo, presenta uno stile adeguato alla voce narrante, quella di una nonna che cerca di raccontare la dolorosa storia della sua famiglia all’inquieta nipote che si sta affacciando all’età adulta.


Riassunto

La vicenda comincia nei decenni che precedono la Seconda Guerra Mondiale, Olga, l’anziana protagonista, è triestina come l’autrice del romanzo, e discende da una famiglia perbene di origine ebraica. Nonostante provenga da un ambiente agiato, Olga cresce con dei problemi affettivi, causati dalla rigida freddezza dei genitori. Il rapporto con la famiglia, tuttavia, è molto stretto e Olga vive una profonda scissione tra un’idea romantica e letteraria dei rapporti amorosi e l’incapacità di accostarsi ad essi nella pratica. Non potendo andare in università per un divieto non chiaramente motivato del padre, Olga continua a sentirsi costretta in una vita casalinga e insoddisfacente, che non le lascia sfogare appieno la curiosità nei confronti del mondo da cui spesso si sente assalire. Olga giura a se stessa che quando avrà dei figli non si comporterà in modo così tirannico, eppure la vita la metterà davanti ad una realtà diversa.
Tra i venti e i trent’anni Olga conosce un collega del padre vedovo e più vecchio di lei con l’hobby dell’entomologia: Augusto. Sebbene inzialmente sembra che i due siano legati da una parvenza di affetto, dopo lo sbrigativo e precoce matrimonio, che pare quasi combinato, i rapporti cominciano a smorzarsi, in particolar modo da parte di Augusto, che tuttavia per tutta la lunghezza del romanzo viene rappresentato come una persona pacata e sensata. La coppia, che si è sposata nel 1940, quindi in un momento particolarmente aggressivo della politica fascista, si trasferisce in Abruzzo, regione in cui Augusto è nato, ma Olga vive in una sorta di limbo emotivo, ancora una volta insoddisfatta dalla propria vita. Alla fine della guerra Olga e Augusto tornano a Trieste, poiché i genitori di lei, ormai anziani, sono privi della casa di famiglia, andata distrutta durante la guerra.
Senza neanche un figlio a legarla ad Augusto, Olga si lascia andare ad una relazione clandestina con il medico comunista Ernesto, anch’egli già sposato, conosciuto a Porretta Terme, per cui prova un vivo innamoramento.
Rimasta incinta di Ernesto, Olga fa credere ad Augusto che il figlio sia suo: nascerà una bambina, Ilaria. Olga continua così ad avere una doppia vita: da un lato moglie e madre con Augusto, dall’altro amante di Ernesto. La relazione segreta, tuttavia, verrà bruscamente interrotta dal destino, quando Ernesto morirà per un incidente d’auto. La morte dell’uomo, l’unico che abbia mai veramente amato, fa ammalare Olga di depressione: se la malattia non crea particolari problemi con Augusto, peraltro gravemente malato, con cui il rapporto è ormai da tempo logorato, crea però una profonda frattura con Ilaria, che avverte la mancanza d’affetto e la lontananza della madre.
Olga riesce a ritrovare un equilibrio emotivo e mentale rifugiandosi nella fede cristiana, aiutata nel suo percorso interiore da Padre Thomas, gesuita proveniente dalla Germania. Nel frattempo però Ilaria è partita per Padova, dove frequenta l’Università ed entra in contatto con dei collettivi femministi: siamo nel 1968 e i grandi moti studenteschi di piazza sono ormai iniziati.
Augusto, ormai prossimo alla morte, accenna alla sua falsa paternità di Ilaria cosicché, alla sua morte, che avviene poco dopo, Olga si trova sommersa dai rimorsi. Cerca così di ristabilire un dialogo con la figlia, la quale, tuttavia, non è uscita indenne dalle tensioni familiari e si ritrova ad abbandonare l’università e intraprendere una cura psicologica da un sedicente guru che peggiora le sue ansie. Oltretutto la ragazza scopre di aspettare un bambino, il cui padre risulta incerto.
Dopo aver partorito una bambina, Marta, Ilaria resta vittima di un crollo nervoso, peggiorato da un’assunzione smodata di farmaci e droghe e da una situazione economica ormai precaria. Olga, tuttavia, nega l’aiuto alla figlia in difficolta e, durante una lite, le confessa che non è davvero figlia di Augusto. Ilaria, sconvolta, prende la macchina e muore come il padre biologico, in un incidente d’auto.
Olga si trova così a cresce la nipote con cui, contrariamente a quanto successo con la figlia, sviluppa un rapporto di affetto e complicità. Tra la fine del liceo e l’inizio dell’università però, Marta dà segni di insofferenza e diventa sgradevole e prepotente anche con la donna che l’ha cresciuta. A diciannove anni, come la madre decide di partire, ma sceglie una destinazione molto più lontana: gli Stati Uniti.
Olga, ormai quasi ottantenne, durante l’assenza della nipote, ha un ictus, da cui si riprende ma resta irrimediabilmente danneggiata nella salute. Decide così, nonostante lei e la nipote abbiano deciso di non sentirsi, di raccontare in forma scritta a Marta tutta la verità sulla sua famiglia, in modo che la nipote sia libera di seguire le scelte dettate dal suo cuore senza restare ingabbiata in scelte di natura razionale ma tuttavia sbagliata che conducono ad una vita insoddisfacente come quella che ha reso infelici sua madre e sua nonna.


Commento

Va dove ti porta il cuore è un romanzo epistolare-diaristico, strutturato in quindici parti scandite da una datazione che va dal 16 novembre al 22 dicembre 1992 e che, quindi, corrisponde al momento in cui viene narrata la vicenda, non al suo svolgimento effettivo. Le vicende esposte dal narratore interno, l’anziana Olga, dunque, vengono proposte attraverso lunghi flashback, caratterizzati da un periodare paratattico, che finiscono per avere ruolo preponderante rispetto al presente della narrazione.
L’accusa della critica, che ha tacciato il romanzo di patetismo e sentimentalismo, dipende principalmente dall’attitudine dell’io narrante, Olga, che viene costruita come un personaggio sconfitto dagli eventi prima ancora che accadano e che non riesce a trovare dei risvolti positivi nelle scelte effettuate: non a caso, infatti, il consiglio che dà titolo al romanzo “va dove ti porta in cuore” indica un atteggiamento esistenziale profondamente diverso da quello che ha contraddistinto la sua vita (un esempio di questo aspetto del personaggio può essere innanzitutto l’incapacità di Olga, dopo tanta sofferenza patita in giovinezza, di instaurare un rapporto affettivo con una figlia che, nonostante tutto, è frutto di un amore reale).
Vediamo allora perché Susanna Tamaro ha scelto questa linea narrativa, apparentemente priva di speranza, per veicolare un messaggio che invece risulta in ultima analisi postivo e volto al cambiamento.
Possiamo trovare allora un senso nella storia di Olga proprio nella pratica della scrittura: la scrittura come cura, la scrittura come ricerca e affermazione di un’identità che sembrava sfumata nelle ripetitive pratiche giornaliere che nonostante la razionalità su cui venivano fondate non riflettevano il reale io della protagonista. Abbiamo allora una donna anziana, che non ha mai sperimentato la libertà, in parte per colpa di eventi esterni, in parte per colpa della propria attitudine interiore, che finalmente, in punto di morte, afferma se stessa, attraverso la narrazione e attraverso un messaggio di libertà rivolto alla giovane nipote. Un elemento particolarmente rilevante, per poter correttamente interpretare la scrittura come mezzo per la formazione identitaria dell’io sta nella scelta di Olga di non spedire la lunga lettera/diario scritta alla nipote. La donna, infatti, comunica tra le righe che la lettera non raggiungerà Marta in America, ma la aspetterà in Italia, per accoglierla nel caso che, al suo ritorno, Olga non ci sia più. Possiamo dunque supporre che l’anziana protagonista abbia ancora la speranza di riuscire a comunicare oralmente la storia della sua famiglia alla nipote e che la lettera, utile solo nel caso la sua vita si interrompa prima che possa farlo, avrebbe dunque un ruolo in primis di chiarificazione personale, di, potremmo quasi dire, “autoanalisi”.
Va dove ti porta il cuore è, inoltre, un romanzo al femminile, dove sono tre donne, lontane dall’ideale confortevole e confortante di donna-madre, a interrogarsi sui ricorsi dell’esistenza e sui dolorosi legami che si intrecciano di generazione in generazione e che, inevitabilmente, vanno ad influire sulle scelte di vita e sui percorsi individuali. Nella lunga confessione alla nipote, Olga, rivendica la consapevolezza che, se crisi e incomprensioni sopraggiungono a spezzare la linearità del percorso esistenziale di ogni individuo, è pur vero che, viste alla giusta distanza, questi momenti di difficoltà non vanno a minare le poche e rare, ma importanti, esperienze positive che possono nascondere. Un esempio di questi sprazzi di luce è dato senza dubbio dal ricordo che Olga custodisce di Marta bambina, che non è stato cancellato dalla turbolenza che ha contraddistinto il loro rapporto negli ultimi anni.
Abbiamo dunque una preponderanza di scelte infelici, ma ciò che il romanzo comunica nel suo complesso e che Olga affida alla nipote, è un messaggio di speranza per il futuro.