"Vita" di Vittorio Alfieri: dimensione estetica e concezione del "sentire"

La dimensione estetica e il sentire poetico nella Vita scritta da esso di Vittorio Alfieri, a cura di Matteo Pascoletti.

La dimensione sensoriale è centrale nella concezione della letteratura di Alfieri. "Sentire" per l'autore ha un'accezione psichica e fisica; si intende un "invasamento delle forme poetiche", cioè un procedimento non razionale e mnemonico, ma un far entrare dentro di sè la poesia. Durante la creazione poetica le letture precedenti che si sono quasi unite al lettore-autore stesso riemergono fuori. Quindi lo scrittore, specialmente il poeta, è colui che riesce a diventare da destinatario e ricettore di letteratura a emittente o promotore di una nuova codifica poetica.

In Alfieri dal punto di vista descrittivo si possono rintracciare delle costanti. L'autore, infatti, compie generalmente tre operazioni: 1) descrizione di stati di trasporto e rapimento emotivo; 2) descrizione di effetti che si manifestano sul piano psicosomatico (pianto, irrequietezza e stati di malinconia); 3) descrizione di un'influenza sul processo del piano creativo, cioè la spinta a scrivere un'opera in seguito alla lettura di una altrui.

Costanti si rintracciano anche dal punto di vista metaforico: tendenza alla verticalità (uso parole "sublime" e "alto"), campi semantici relativi al caldo ("bollore di idee", legato anche allo sdegno e all'ira) e al freddo (ciò che provoca noia, fastidio e disinteresse), vizio di ridondanza (eccessivo uso di figure retoriche di enfasi), e infine gusto dell'inaspettato (parole che indicano rapidità, come "lampo").